Affinché il nostro orecchio percepisca un’onda come suono, è necessario che la sua frequenza sia compresa tra i 20 e i 20000 HZ, sotto i 20 HZ si parla di Infrasuoni, sopra i 20000 HZ di Ultrasuoni: al di fuori di questo range, l’orecchio umano è sordo.
La nostra pelle invece continua a percepire le vibrazioni sonore anche al di sotto dei 20 Hz, attraverso dei piccoli recettori presenti praticamente ovunque nell’organismo (cute, connettivo, interstizi muscolari, meningi, periostio). Ogni volta che il suono entra nell’orecchio, il nostro timpano crea un effetto vibratorio relativo a quella frequenza e al suo volume. Il suono si espande nelle ossa, nei tessuti, nei liquidi intra ed extracellulari e raggiunge ogni cellula del nostro corpo, anche perché c’è la matrice vivente che tutto connette istantaneamente.
Le Vibrazioni nel Corpo umano
Tutto quello che esiste nel regno fisico, mentale, emotivo e spirituale nasce da un nucleo sonoro e da una struttura intrinsecamente vibratoria; la materia stessa, che sembra essere stabile, è fatta di onde e di masse. A proposito della “massa”, mi corre l’obbligo di citare i “Tre principi fondamentali della fisica quantistica”, perché tutto dipende da loro:
Il 1° Principio, afferma che il corpo umano è fatto di interazioni tra le parti e che non è possibile fare uno studio attendibile sullo stato di salute dell’organismo analizzandole singolarmente, perché ciò significa proprio escludere le interazioni: sia che si tratti di organi, di cellule o di tessuti, essi devono essere studiati “in loco”, non fuori dal corpo.
Il 2° Principio, riguarda il concetto di vuoto, vuoto inteso come generatore/attivatore di vita, dal quale i fotoni provengono, quindi, visto che il vuoto c’è, la vita non può mai finire.
Il 3° Principio, afferma che la massa (M) è una forma di energia (E).
Se la massa può essere trasformata in energia e viceversa e se l’energia è un’onda, la cui caratteristica è espressa dalla frequenza, significa che tutti gli organi del corpo hanno più masse e più frequenze. A questo punto, c’è da chiedersi come mai la medicina convenzionale, focalizzi le sue ricerche e i suoi studi solo sulla massa ed ignori la struttura energetica dalla quale la massa deriva, così come derivano le frequenze.
Quando in seguito ad un problema riscontrato a livello di un organo, il medico richiede una serie di esami per risalire alla causa di quella disfunzione, ad esempio, esami del sangue, ecografia, risonanza e via dicendo, dove e cosa sta cercando? Quel medico, così facendo, sta cercando solo nella massa dell’organo e sta escludendo dal suo campo di ricerca tutte le restanti informazioni che quella massa contiene, perché essa è fatta soprattutto di energia e di frequenze.
Infatti, “se si osserva solo la materia, come ad esempio avviene nella chimica, si comprende solo un miliardesimo della realtà” e “tutte le cause nel comportamento della materia, sono da vedere nelle interazioni tra fotoni e nucleoni” (Prof. Piergiorgio Spaggiari, medico e fisico). Le vibrazioni generano degli effetti sulla materia e sono in grado di plasmarla proprio in virtù di questa interazione inseparabile tra la vibrazione dei fotoni (unità elementari della luce), l’energia e la materia; lo stesso potere creativo ce l’hanno anche i pensieri, le parole e le emozioni.
Diversi studi e ricerche scientifiche confermano questa loro caratteristica, che è stata dimostrata concretamente con degli esperimenti, dai quali si evince la loro capacità di creare forme geometriche, disegni sulla sabbia o sul sale, o la loro capacità di cristallizzarsi nell’acqua, formando geometrie sacre. E visto che nel corpo umano l’acqua abbonda, potete immaginare quali possano essere le implicazioni delle frequenze o di qualsiasi altra fonte sonora, su questo elemento del quale tutti noi siamo costituiti.
Uno dei primi riscontri scientifici di quello che ho appena scritto, ce li offre il fisico tedesco Ernst Chladni (1756 – 1827). Con un archetto di violino, egli fece vibrare una lastra di metallo (o di vetro) cosparsa di sabbia, la cui vibrazione indusse i granelli ad organizzarsi e a disporsi lungo le linee della lastra, formando una serie di disegni geometrici.
In un’altra dimostrazione, le frequenze sono state applicate ad una lastra sulla quale vengono lasciati cadere dei granelli di sale. L’intensità delle frequenze, prodotta da una apparecchiatura, induce i granelli a disporsi in modo diverso a seconda dell’intensità della frequenza e a formare, di volta in volta, delle figure geometriche straordinarie (geometria sacra).
La Cimatica di Hans Jenny, già nei primi anni del 1900, dimostrò che le onde sonore erano in grado di produrre effetti morfo-genetici e di creare forme nel mondo fisico (terra, sabbia, sale, acqua o altri liquidi) e, con i suoi studi, diede l’avvio per dei successivi approfondimenti. Nel 1980 Erich Korbler, ingegnere elettronico, riuscì a tracciare un ponte tra la medicina cinese e la radioestesia e creò la “Nuova omeopatia”, detta anche “Medicina Informazionale”. Egli aveva compreso che, partendo da alcune forme geometriche, poteva inviare degli impulsi vibrazionali ai geni del DNA e questo in virtù del fatto che il DNA è una sorta di antenna rice trasmittente in grado di ricevere e trasmettere informazioni e di attivare anche il potere di autoguarigione delle persone.
Effetto delle frequenze sulla materia. Video bellissimo di Nigel John Stanford:
Le Cellule parlanti
L’intero universo è musica solidificata, direbbe Pitagora, ed è in questo mare di frequenze che tutti noi galleggiamo costantemente e dal quale, magicamente, anche la nostra mente, tra tutti i mondi possibili, estrae le frequenze che le sono necessarie per costruirsi il suo.
All’interno del nostro corpo, le cellule vibrano in continuazione ad una frequenza che, per essere udita, deve essere sottoposta ad un processo di amplificazione e registrata con AFM. Si tratta di una vibrazione acustica, generata dal loro continuo movimento e dal loro ritmo oscillatorio, che segue direzioni precise, mai casuali. Questo movimento danzante dei microtubuli e dei filamenti cellulari, simili alle corde di uno strumento musicale in costante stato di vibrazione, possiede una determinata frequenza di risonanza, ossia una propria “nota di base”, emessa a seconda delle varie funzioni.
Quando una cellula sfiora quelle vicine, tutte iniziano a vibrare all’unisono e in modo più rapido di quanto non avvenga attraverso i segnali chimici. Il suono, essendo una frequenza, svolge un’azione plasmatrice sulla materia, dunque anche sul nostro corpo e per il motivo che ho già scritto. Secondo la “Psico acustica”, che è lo studio della percezione soggettiva dei suoni, il suono è un segnale analogico continuo, che porta un numero infinito di informazioni. Il nostro cervello, abile ad analizzare i suoni e ad interpretarli, usa, per la loro elaborazione, sostanze chimiche e una rete elettrica altamente complessa.
Ricerche scientifiche, hanno appurato la validità della musica in ambito terapeutico, soprattutto nel ridurre l’ansia, aumentare la concentrazione e stabilizzare il battito cardiaco. Tutto ciò è possibile grazie al potere che la musica ha di rievocare l’armonia perduta. Ma che la musica possa toccare il cuore del nostro essere, è una scoperta antica di cui già Platone e Pitagora intuirono i poteri, il primo in “Le leggi”, il secondo nella “Musica delle sfere”, mentre Shakespeare, in alcune delle sue opere più belle, mise in scena il suo effetto consolatorio sulle anime in difficoltà.
È stato dimostrato che, l’ascolto di musica classica o jazz, allunghi la sopravvivenza di due mesi nei ratti trapiantati, mentre suoni forti o sgradevoli, ne accelerino il decesso. A questo proposito, Milford Graves, celebre musicista jazz, ha registrato il suono del cuore umano e lo ha poi trasformato in suono audio elettrici, comprendenti frequenze coerenti con i microritmi del cuore.
Nel campo della musicoterapia, anche Bruno Oddenino, fondatore della Scuola di Perfezionamento Musicale di Saluzzo, nonchè Professore ordinario di oboe presso il Conservatorio G. Verdi di Torino, ha collaborato in questo settore per aiutare l’uomo a ritrovare il suo equilibrio naturale e per sviluppare al meglio le sue potenzialità. E in occasione di un Convegno, tenutosi a Bologna nel 2003, Oddenino ha illustrato come ogni essere umano abbia la propria “tonalità personale”.
Il corpo umano, con le sue cellule danzanti, ha dunque anche una grande capacità di autorigenerarsi: dopo tre mesi, l’80% delle cellule, escluse quelle cardiache, si rinnova e, nell’arco di una vita, questo processo di continua sostituzione cellulare, indica l’incessante cambiamento al quale siamo sottoposti. Anche Benenson e Tomatis, nell’ambito delle terapie musicoterapiche, hanno individuato in ogni persona un suono specifico, una frequenza vibratoria, che è come l’imprinting preformato già nella vita fetale. Questa nota individuale, può essere usata per curare i malesseri del corpo e dell’anima.
Il suono, per tutte queste sue caratteristiche, trova applicazioni anche in campo medico e può essere “somministrato” mediante l’utilizzo di apparecchiature elettromedicali, capaci di svolgere una azione riparatrice sulle cellule disarmoniche, riportandole allo stato armonico.
Se tutto è frequenza, si capisce bene perché una persona arrabbiata, che gridi ed inveisca contro qualcuno, sia in grado di provocare delle reazioni conseguenti e di generare delle emozioni di paura, di angoscia, di turbamento, di rabbia con effetti che si possono ripercuotere anche a livello fisico. Le vibrazioni sonore muovendosi in profondità, permettono il rilascio di energie represse ed emozioni negative aiutando a rilassare i nervi, a generare endorfine e ad alleviare molti sintomi indotti dallo stress o causati da un esaurimento di energia interna. Esse, perciò, agiscono come “spazzini”, ripulendo il sistema mentale ed emotivo.
Un altro ricercatore in questo campo, ma non solo, è il professor Carlo Ventura. Docente di Biologia Molecolare e di Bioingegneria delle cellule staminali, presso l’Istituto di cardiologia dell’Università di Bologna, nonché direttore del laboratorio Guna Attre (Advanced Therapies and Tissue REgeneration), ha collaborato ad un progetto svolto assieme all’università della California. Durante alcuni esperimenti, egli ha raccolto delle interessanti registrazioni riguardanti i suoni emessi da un lievito sottoposto a diverse temperature: prima a 22°C, poi a 26°C, poi a 30°C e poi da morto.
(articolo originale: https://www.fisicaquantistica.it/scienza-di-confine/il-potere-delle-vibrazioni)
autore
Fulvio Ieva
pubblicato il 18 marzo 2022